
Le attività archeologiche condotte nell’ambito del cantiere “Quadrilatero Marche-Umbria – Strada Regionale Pedemontana delle Marche” hanno evidenziato la presenza di numerosi siti distribuiti lungo l’intero tracciato che si sviluppa tra Fabriano e Muccia.
L’individuazione dei siti, per la maggior parte precedentemente ignoti, ha poi portato all’avvio del loro scavo in estensione, restituendo un quadro di eccezionale rilevanza archeologica a partire dal Paleolitico Superiore fino all’età romana.
Tra i numerosi rinvenimenti, un’area di particolare interesse nel Comune di Camerino, in cui l’indagine archeologica è stata completata, è posta in prossimità del fosso Palente, alla sommità di un esteso pianoro sul quale sono stati individuati numerosi elementi riferibili ad un abitato dell’età del ferro costituito da capanne databili al VII-VI secolo a.C. e tracce di necropoli.
Lo scavo, sotto la direzione della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ascoli Piceno Fermo e Macerata, è stato effettuato dalla ditta Kora srl.
“Una campagna di indagini e scavi molto importante – commenta il Soprintendente Arch. Giovanni Issini – quella condotta nel territorio di Camerino interessato dai lavori della Pedemontana, risultato della professionalità e dedizione assicurate dagli archeologi della Soprintendenza ABAP per le province di Ascoli Piceno Fermo e Macerata, dott.ssa Federica Erbacci e precedentemente dal dott. Tommaso Casci Ceccacci. Ringraziamo Quadrilatero Marche Umbria – Spa committenza dei Lavori dell’opera pubblica “Asse Viario Marche-Umbria – e quadrilatero di penetrazione interna” che ha recepito e attuato con la necessaria attenzione le indicazioni della Soprintendenza per mettere in sicurezza i preziosi ritrovamenti tramite il contraente Dirpa 2 S.c.a.r.l., e gli affidatari Partecipazioni italia spa, Engeko S.c.a.r.l, Cagnini Costruzioni srl e Kora srl”.
Il rinvenimento di questo contesto abitativo è di inestimabile valore, poiché non trova precedenti attestazioni note nel territorio comunale, rendendolo ad oggi un unicum con caratteristiche proprie, sia costruttive che dimensionali, anche rispetto al ben noto e coevo abitato dell’età del ferro di Matelica in loc. Cavalieri.
La porzione dell’abitato indagata, ricadente nel sedime dell’asse stradale in costruzione, ha portato in luce le tracce di fondazione di due grandi capanne (Struttura 1 e Struttura 2) e di una terza più piccola (Struttura 3), disposte affiancate tra loro e con analogo orientamento NW-SE.
La Struttura 1 è localizzata in corrispondenza dell’estremità N dell’area indagata, quasi a ridosso della scarpata naturale del fosso Palente. È stata messa in luce per una lunghezza di 35 m, ma prosegue in direzione SE oltre il limite dell’esproprio dei lavori. Si presenta a pianta rettangolare allungata, con una larghezza di circa 6 m e pareti definite sia da buche di palo allineate che da due trincee, con una fusione di tecniche costruttive differenti e con l’estremità di NW che risulta delineata da buche che ne indicato la terminazione absidata. In prossimità del margine NW e lungo tutto l’asse centrale della capanna sono presenti grandi buche di palo funzionali al sostegno delle travi del tetto; le dimensioni di tali buche che raggiungono 1,2 m di diametro e 1,3 m di profondità testimoniano l’imponenza della struttura portante della copertura.
La struttura 2 presenta una geometria simile alla precedente è stata indagata per una lunghezza di 38 m e una larghezza di 7 m, mostrando un’area complessiva di circa 266 mq. Il margine SE della struttura 2 è ben delineato da una sequenza di buche di palo con geometria absidata, mentre al margine opposto le buche riferibili all’abside sono visibili solo in parte poiché proseguono al di fuori dell’esproprio al momento disponibile. Relativamente alla tecnica costruttiva, le due strutture presentano caratteri simili, con l’unica differenza che nella struttura 2 l’uso della fondazione su trincea delle pareti laterali è esteso a tutta la lunghezza della capanna e non solo ad una porzione.
Affiancata alle due strutture principali, con il medesimo orientamento ma meno conservata, la terza capanna (struttura 3) presenta dimensioni più ridotte (15m x 6m) ma medesime caratteristiche costruttive.
Associate alle capanne sono state inoltre indagate numerose altre buche di palo che talora presentano allineamenti tra loro e che risultano riferibili a strutture accessorie con funzioni diversificate e che caratterizzano spesso gli spazi aperti destinati allo svolgimento delle attività domestiche e artigianali.
A breve distanza dalle capanne, ove l’erosione di superficie è risultata sempre più intensa, sono venute in luce le tracce di un fossato anulare di 13 m di diametro, del quale però si è conservato solamente un minimo spessore del riempimento ed è andata persa la sepoltura che presumibilmente vi era associata.
Fasi successive di frequentazione dello stesso pianoro sono testimoniate dalla presenza di materiali di età romana, tra cui frammenti di ceramica a vernice nera, ceramica comune acroma e laterizi, rinvenuti sia in alcune buche agricole, sia come materiale trascinato e depositato all’interno del fossato/canale individuato nella parte sud del pianoro, che quindi risulta colmato in età romana.