Conclusa la 30a campagna di scavi archeologici dell’Università di Macerata ad Urbisaglia, i risultati delle ricerche saranno presentati il 6 luglio.

Si è appena conclusa la 30a campagna di scavi archeologici che l’Università di Macerata conduce nel Parco archeologico di Urbs Salvia e a Villamagna, dove 40 studenti dei corsi di Archeologia dell’Ateneo maceratese si sono alternati nell’ambito del loro percorso formativo, affrontando i diversi aspetti dello scavo archeologico e formandosi come archeologi professionisti.
Gli importanti risultati della campagna 2024 saranno presentati il 6 luglio ad Urbisaglia nel teatro Comunale, alle ore 17.00, nell’ambito delle attività messe in campo dal Parco archeologico, da tre anni coordinato dalla Direzione Regionale Musei Marche.
Urbs Salvia, su concessione proprio della Direzione Regionale Musei Marche e in collaborazione con la direzione del Parco archeologico, le indagini hanno riguardato sia la prosecuzione degli scavi del foro della colonia romana, sia, dopo anni di interruzione, si sono concentrate nell’incrocio stradale a est del monumentale criptoportico che conserva uno dei più articolati complessi pittorici romani dell’itala centrale. Nell’area del foro si sta indagando un’area produttiva di età repubblicana, documentata da fornaci per la produzione di ceramica e forge per la lavorazione dei metalli: un contesto assolutamente unico in area marchigiana, che, documentando una fase iniziale del processo di romanizzazione del Piceno, ci permette di capire in che modo i Romani hanno progressivamente occupato ed organizzato questo territorio, rendendo la visita al Parco un’esperienza assolutamente unica.
Lo scavo della villa romana di Villamagna, in concessione dal Ministero della Cultura tramite la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, ha permesso di portare in luce strutture archeologiche di carattere monumentale che ci illuminano sulle trasformazioni del territorio della città in età romana, e tra queste si deve sottolineare la scoperta dell’unico birrificio di età romana fino ad oggi conosciuto, almeno in Italia.